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Integrazione alimentare: quando ci vuole davvero?

26 Giugno 20200NotizieNutrizione

Integrazione alimentare: quando ci vuole davvero?

26 Giugno 2020 0
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L’integrazione alimentare è una pratica seguita da sportivi e non, con la speranza che rappresenti una scorciatoia per il raggiungimento degli obiettivi che ci si è prefissati. Ma è davvero così?

Sempre più si sente parlare d’integrazione alimentare e supermercati, farmacie, shop on line e negozi dedicati ne offrono una vastissima scelta. Ne esistono di moltissime marche e va di moda l’acquisto oltreoceano con non pochi pericoli.

Esiste una legislatura sugli integratori che è disponibile sul sito del Ministero della Salute cui devono attenersi tutti quelli che vogliono commercializzare questi prodotti.
Gli integratori alimentari sono definiti dalla normativa di settore (Direttiva 2002/46/CE, attuata con il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169) come: “prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”.

Tutte le sostanze utilizzate negli integratori sono registrate a livello europeo che ne monitora la pericolosità e ne autorizza l’uso. Per inserire in un prodotto una nuova sostanza occorre percorrere un iter che lo porterà a un’autorizzazione all’uso. Uno dei problemi dei prodotti d’importazione risiede pertanto anche nell’autorizzazione europea allo smercio per motivi di tutela della salute.
Oggigiorno si abusa di questi prodotti venendo a mancare il principio che li etichetta come “integratori” e non come “alimenti”.

Effettivamente servono e, se sì, quando?
L’argomento è vastissimo e non trattabile in un solo post. Scegliamo pertanto di parlare dell’integrazione legata al mondo dello sport, per soggetti in una condizione di buono stato di salute. Sì perché tutto parte dallo stato di salute della persona e da ciò che fa nella vita.

Bisogna però chiarire una cosa: l’essere umano è fatto per vivere utilizzando come macronutrienti carboidrati e grassi mentre le proteine hanno il ruolo principale di “pezzi di muscolo” ed entrano del ciclo di Krebs (o dell’Acido Citrico) in minima parte. Altra importante differenza tra i macronutrienti con scopi energetici e quelli a scopo plastico è che per i primi esistono delle riserve all’interno del corpo umano mentre non è possibile stoccare proteine! Questo significa che il corpo umano utilizza esclusivamente la parte di proteine necessarie specificatamente a un determinato scopo di ricostruzione muscolare e butterà il surplus. Queste proteine in eccesso sono filtrate principalmente dai reni che, alla fine, subiscono danni spesso irreversibili.


Va da sé che regimi alimentari fortemente sbilanciati a favore delle proteine possono essere seguiti per un limitatissimo periodo!
Detto ciò, possiamo affermare che di norma una corretta alimentazione basata sulla dieta mediterranea è in grado di fornire tutti i macro e micronutrienti necessari a vivere e fare non solo fitness ma anche sport agonistici e professionistici! L’integrazione è necessaria in quei casi particolari dove il dispendio energetico (vedi gli sport di endurance) o la richiesta di un determinato nutriente è molto alta, quindi si “integra”. Ricordo che si parla di persone in buona salute senza patologie diagnosticate (non supposte dallo sportivo o autodiagnosticate tramite social e web).

Si pensi che un ciclista agonista che si cimenta in una gara come la Novecolli (oltre 200 km di strada e più di 3.000 metri di dislivello attivo) può arrivare a consumare, solo nella gara, anche 6.000 Kcal! In casi simili è necessario dare allo sportivo un integratore di carboidrati (anche se il discorso non è così semplice ovviamente).
Va anche detto che, come tutto, di integratori ce ne sono di tutte le qualità e di certo una buona marca o un prezzo giusto danno delle garanzie sulla qualità della sua composizione. Visto l’uso modico che normalmente ne andrebbe fatto, si consiglia di acquistare prodotti buoni magari consigliati da specialisti quali i biologi nutrizionisti o i farmacisti. Il passaparola non è molto consigliato poiché alcuni risultati ottenuti potrebbero essere l’effetto di una condizione particolare o una patologia di chi elogia e presenta quel prodotto.
Altra cosa cui fare molta attenzione è lo “specchietto delle allodole” spesso utilizzato per presentare i propri prodotti come “naturali”. In questo caso vanno dette due cose: naturale non significa che non fa male. Ad esempio la nota pomata medica a base di Arnica (Pianta erbacea delle Composite – Arnica montana) è sia un buon antinfiammatorio sia un veleno! Basta cambiare le dosi del principio attivo. La seconda cosa importante è che la lavorazione industriale (e non) della materia prima trasforma il principio attivo, rendendolo pericoloso (spesso tossica per il fegato) e fare danni anche irreversibili. Viene da pensare che naturale sia meglio di “chimico” ma forse non è sempre così.

Tirando le somme, l’integrazione alimentare è un’importantissima fonte di nutrienti in innumerevoli casi e il suo abusose limitato nel tempo e con prodotti controllati, non causa nessun effetto collaterale. Consigliamo di rivolgervi sempre a persone qualificate in possesso di certificazioni universitarie (biologi nutrizionisti, medici, laureati in scienze motorie, ecc) che hanno ben presente la fisiologia del corpo umano e sanno cosa è utile, cosa no, quando e quanto.


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